settembre 30, 2019 ·
TaSpAdmin
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fip abruzzo, pallacanestro
La pre-season della Teramo a Spicchi termina a Tolentino con la conquista del secondo posto al Memorial Zingaro. La sconfitta in finale contro la Pallacanestro Recanati (71-84) se da un lato toglie qualche certezza difensiva alla TaSp, dall’altro sottolinea la consapevolezza di dover lavorare ancora tanto per trovare il modo di esprimere al massimo le potenzialità di un gruppo che il 5 ottobre debutterà in campionato. In attesa del primo match della stagione, in programma sabato alle 18 al Palasport dell’Acquaviva, coach Simone Stirpe è pronto ad affrontare la settimana di allenamenti con rinnovata determinazione: “Abbiamo partecipato al torneo di Tolentino – così commenta il tecnico teramano dopo la due giorni in terra marchigiana – per capire a che punto eravamo ad una settimana dall’inizio del campionato. La necessità era sia quella di valutare la condizione fisica della squadra che quella di vedere a che punto era il nostro processo di crescita tecnica. Purtroppo non tutte le risposte sono state positive. Tendiamo infatti a disunirci nei momenti di difficoltà e ancora non riusciamo a sfruttare al meglio tutto il nostro potenziale offensivo. Abbiamo tante soluzioni in attacco con diversi giocatori da utilizzare come terminali ma dobbiamo ancora imparare a conoscerci bene”.
La lucida riflessione del coach della Teramo a Spicchi arriva al termine di due gare dai risvolti differenti. La partita contro Tolentino ha visto 5 uomini andare in doppia cifra e una difesa che ha permesso agli avversari solo 51 punti, mentre nella seconda sfida, quella contro Recanati, i biancorossi hanno avuto anche margini di vantaggio in doppia cifra ma nell’ultimo periodo (caratterizzato dai primi 5 minuti in cui non ci sono state marcature) qualcosa non ha funzionato per il verso giusto: “Sono felice che i nostri difetti siano venuti fuori al Memorial Zingaro – chiude coach Simone Stirpe – in modo tale da poterci lavorare su con più efficacia e sono sicuro che tutti assieme risolveremo i problemi fisiologici di un gruppo in costruzione. Finalmente sabato si inizia e sono sicuro che saremo pronti alla prima battaglia di un campionato che si preannuncia veramente tosto, dove nessuno ci regalerà niente”.
Paolo Marini
resp. Comunicazione
ASD Teramo a Spicchi
dicembre 4, 2016 ·
italo
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fip abruzzo, pallacanestro
Leggete innanzitutto il titolo senza malizia. Perché non si parla in questo caso della parabola discendente di un giocatore che nel 2009 calcava i parquet della Serie A con il Teramo Basket mentre da qualche settimana veste la maglia della Teramo a Spicchi in Serie C Silver. Il figliol prodigo protagonista di questa parabola è Riccardo Marzoli (foto in alto scattata da Maurizio Anselmi), nato a Chieti nel 1989 e recentemente tornato a giocare nella sua regione dopo esser cresciuto cestisticamente a Teramo, e dopo esser passato per le esperienze sportive a San Severo, Pistoia, Ruvo di Puglia, Giulianova, Roma e Team Solent Southampton. Tanto concreto e determinato in campo, quanto curioso e appassionato nella vita di tutti i giorni, ecco come Riccardo stesso racconta dove nasce la sua passione per la pallacanestro, perché oggi sceglie di tornare in Abruzzo dopo l’esperienza in Inghilterra…e tanto altro ancora!
A come Serie A: la serie A è stata un sogno! Tantissime emozioni che farò fatica a dimenticare e ritengo che aver fatto parte di una squadra di quel livello sia stato fondamentale per la mia formazione, non soltanto cestistica ma anche umana. Dai 17 ai 20 anni vivere in quell’ambiente può insegnarti tantissime cose. L’attenzione al dettaglio, il valore del sacrificio, la programmazione e soprattutto la gestione appropriata del talento, sono tutti concetti che se applicati alla vita da studente, da lavoratore o più in generale nella vita di tutti i giorni, possono sempre darti qualcosa in più. Poi c’è il lato più emotivo generato dalla possibilità di giocare nei campi che hanno fatto la storia della pallacanestro d’Italia e di farlo davanti a migliaia di persone. Quegli anni sono stati bellissimi e cruciali per la mia crescita, come essere umano prima che come giocatore.
A come Alessandro Marzoli (attuale presidente della GIBA, sindacato dei giocatori di basket): con mio fratello ho un rapporto bellissimo, ma più in generale mi sento estremamente fortunato ad avere una famiglia che mi abbia supportato in qualsiasi scelta io abbia fatto. E parlo di un supporto morale prima che economico. Per chi come me ha passato una buona parte della sua vita vivendo lontano da casa, sapere di poter sempre avere qualcuno su cui contare, ovunque essi siano, è importantissimo. Avere sempre un luogo, emotivo prima che fisico, che tu possa chiamare casa, credo sia il pre-requisito più importante per ogni viaggiatore che si ritenga tale.
A come Arte: Ho sempre avuto una grande attrazione per l’arte in tutte le sue forme. Credo sia una passione genuina, che è stata alimentata da tanti meravigliosi incontri che ho avuto nella mia vita. D’altra parte non siamo soltanto lo sport o il lavoro che facciamo e spesso le passioni che hai possono rivelare chi sei molto più di ogni altra cosa. Posso ritenermi fortunato di aver potuto lavorare in un Teatro inglese e aver vissuto a contatto con artisti veri per alcuni mesi. Mi ha aiutato a capire molto di più, soprattutto dal punto di vista tecnico, questa forma d’arte che troppo spesso sembra appartenere ad un’altra era.

B come Basket: Sinceramente non ricordo di aver mai voluto praticare uno sport diverso dal basket. Magari nel corso degli anni le mie prospettive in quanto a carriera cestistica sono cambiate. Ma la passione non può cambiare e vedo che in ogni angolo del mondo si presenta sotto le stesse forme. Noi appassionati della palla a spicchi siamo un’enorme famiglia, una comunità di eletti che vive per questo sport. Purtroppo in Italia siamo un po’ oscurati dallo strapotere del calcio, ma sono convinto che partendo da una maggiore copertura sulle reti televisive il numero degli appassionati sarà destinato a crescere anche nel breve periodo. A quel punto credo che sia responsabilità di tutti (giocatori, tifosi, addetti ai lavori ecc..), fare in modo che quest’ aumento di popolarità venga capitalizzato e trasformato in maggiori investimenti a partire dai settori giovanili.
B come Basketball England: Esperienza meravigliosa e altamente formativa. In tempi di Brexit e anti-europeismo cerco di andare nella direzione opposta. Mi sento parte di una generazione europea in cui i confini sono solo punti di riferimento. Viaggiare, immergersi in nuove culture, stabilire rapporti con altri popoli può essere un momento fondamentale nella crescita culturale di ogni individuo. In questo senso il basket è stato un incredibile momento di incontro con un’altra cultura. Trovarmi in una squadra di persone fantastiche ha aiutato fortemente la mia integrazione a Southampton. Certamente trovarsi in quel tipo di cultura cestistica non è sempre facile. Essendo uno sport fortemente di nicchia, qualche volta ti rendi conto che c’è molto da fare per migliorare le cose, anche nei livelli più alti. Il tasso fisico e atletico è sorprendente ma dal punto di vista tattico e tecnico bisogna sicuramente cambiare qualcosa soprattutto a livello giovanile.
B come Books: adoro leggere e soprattutto adoro tutto ciò che ruota intorno ai libri. Riscoprire vecchi volumi in qualche biblioteca, vedere la tua piccola libreria crescere mese dopo mese e soprattutto discutere di letteratura con le persone che ti sono vicine, magari davanti a una birra o ad un calice di vino, sono tutti momenti che associo ad emozioni estremamente positive. Nell’epoca della comunicazione istantanea, dei Tweet da 140 caratteri, gustare un libro dall’inizio alla fine, rifletterci su, confrontarsi sulle diverse interpretazioni è quasi un atto di coraggio. I libri ci danno la possibilità di allargare la nostra mente, di conoscere altri mondi, di riconoscerci in emozioni che non abbiamo mai provato. Come nella biblioteca di Babele di Borges, sono infinite le strade che i libri ci possono spalancare.

C come C Silver: come dicevo prima le mie prospettive inerenti al basket sono cambiate nel corso degli ultimi anni. La pallacanestro ha smesso di essere un’occupazione (che comunque ho sempre portato avanti di pari passo con i miei studi universitari) per ritornare a essere principalmente una passione. E una passione è molto più bella se la si vive con degli amici e con delle persone a cui vuoi bene. E questo credo sia il motivo principale per cui ho accettato la proposta della TASP. Tornare a Teramo poi è incredibilmente suggestivo. Il PalaScapriano è un luogo magico, uno di quei posti che mi fanno realmente sentire a casa, anche perché per 4 anni ho speso tantissime ore al giorno su quel parquet. Poi, come dicevo qualche giorno fa a coach Di Paolantonio (Emanuele Di Paolantonio, attuale allenatore dei Roseto Sharks in Lega 2. ndi), come fai a non amare una squadra in cui sei allenato da Simone Stirpe e hai Niki Bartolini come capitano?
C come Chieti: Chieti è la città dove ho le mie radici e per questo la sfida di mercoledì prossimo sarà particolarmente sentita. Giocare la prima al PalaScapriano contro la squadra della città in cui sono nato sicuramente può dar luogo ad emozioni forti. Anche se il Magic non è la società in cui sono cresciuto, giocherò contro tanti amici e contro coach Castorina che è una persona a cui devo tanto, dato che è l’allenatore che mi ha portato a Teramo.
C come Cinema: Il cinema è un’altra cosa che amo particolarmente. In tutti i posti in cui ho vissuto una delle costanti che ho sempre trovato interessante è stata la vicinanza di qualche cinema dal posto in cui abitavo, a partire dal cinemino d’autore di Pistoia fino al cinema dentro il campus della Solent University. Questa costante ha sempre contribuito a farmi sentire a casa ovunque io fossi. Una delle persone che ha contribuito ad accrescere questa passione è un teramano, Giustino Danesi (da anni il preparatore fisico dell’EA7 Armani Jeans Milano. ndi). Ogni volta che ci incontriamo, anche se solo per un pomeriggio, cerchiamo sempre di ritagliarci un paio d’ore per vedere un film insieme al cinema. Una volta con lui mi sono persino ritrovato in un cinema d’autore nei sobborghi di Praga a vedere un film ceco dei primi anni ’80 con sottotitoli in inglese, un momento favoloso nella storia della nostra amicizia.
Paolo Marini
resp. Comunicazione
Teramo a Spicchi